Quando a Camposampiero si parla di calcio, il primo nome che viene pronunciato è sempre quello di Gianfranco Bellotto. Nato a Camposampiero il 2 luglio 1949, Bellotto muove i primi passi calcistici nella società sotto casa, la Campetra.
Passa pochissimo che il Giorgione lo nota e lo porta a Castelfranco. Bruciate le tappe nel settore giovanile, a 18 anni l’approdo in prima squadra, campionato Interregionale, la vecchia serie D.
Due stagioni da migliore in campo 9 partite su 10 ed arriva la chiamata del semi-professionismo, la serie C a Solbiate. Bellotto si conquista l’interesse di un certo Enzo Bearzot, che lo convoca nella nazionale di serie C. L’ascesa è cominciata: presto arriva la serie B, a Reggio Calabria prima, quindi a Brescia e poi a Modena, dove il nostro gioca per 3 stagioni.
E finalmente la serie A, ad Ascoli, dove dopo una storica promozione dalla B arriva uno storico quarto posto. Infine la Sampdoria dei grandi campioni, quella che preparò il terreno allo squadrone di Vialli e Mancini che poche stagioni dopo avrebbe vinto lo scudetto.
Dopo Genova le ultime stagioni da giocatore nelle fila del Mestre, prima di appendere gli scarpini al chiodo ed iniziare la seconda parte della carriera, quella da allenatore.
Pisa, Mestre, Giorgione (vecchio, primo amore), Pistoiese, Mantova, Andria, Venezia e Treviso: tanta serie C, un po’ di B ed un’unica stagione in serie A, a Modena, subentrato all’esonerato Malesani.
Poi Vicenza, Salerno, Novara, Ragusa, tante esperienze in agrodolce prima di fermarsi, nel 2013.
Ma il campo resta un richiamo irresistibile per chi ha vissuto tanto calcio. E nel 2019, dopo 6 anni di pausa, Treviso lo richiama, in Promozione.
Tre mesi di passione prima di rassegnare le dimissioni, con la squadra ancora in corsa per i play off.
Oggi Gianfranco si gode il calcio dei giovani: lo si vede spesso a bordo campo a Camposampiero, mentre assiste alle sedute di allenamento delle squadre giovanili della ‘nuova Campetra’.
Un esempio da imitare, una risorsa da sfruttare per tutti i piccoli aspiranti calciatori di domani.